Aggressività che fare?

Aggressività che fare? 2017-07-13T23:12:40+00:00

La gestione del comportamento aggressivo: suggerimenti pratici

L’aggressività rappresenta uno dei più comuni disturbi comportamentali che il paziente demente può manifestare a domicilio, in ospedale o in R.S.A., Data la difficoltà del paziente stesso nel motivare tali comportamenti e la complessità delle cause che possono esserne all’origine (dolore fisico, paura, confusione, ecc.), è indispensabile che la risposta relazionale sia condivisa all’interno della struttura. La breve scheda informativa che segue non vuole quindi essere un prontuario esaustivo della gestione dell’aggressività, ma uno strumento finalizzato a ridurre quell’eccessiva eterogeneità di risposte che tende a rendere ancor più confuso il paziente, aumentando frequenza ed intensità degli episodi aggressivi.

Quando si può parlare di comportamento aggressivo in un paziente con demenza?

L’aggressività può essere espressa nei modi seguenti:

  • attraverso espressioni verbali di minaccia e/o aggressione
  • attraverso azioni fisiche come calci, pugni, sputi
  • attraverso grida

Quali sono le principali cause di aggressività?

Ci sono molte ragioni per le quali una persona con demenza può divenire aggressiva, tra cui:

  • la paura oppure sensazione di essere umiliata dalla situazione nella quale si trova
  • la sensazione di frustrazione legata al non essere in grado di comprendere gli altri e/o di non essere compresa dagli altri
  • la perdita delle capacità di giudizio o dell’autocontrollo
  • la perdita delle inibizioni sociali e la minor consapevolezza delle regole che governano i rapporti sociali

E’ importante ricordare che tutti i comportamenti, compreso quello aggressivo, rappresentano una forma di comunicazione. Sforzandoci di comprendere che cosa la persona sta cercando di comunicarci, avremo la possibilità di prevenire o perlomeno limitare il rischio che si senta ancora frustrata e che reagisca con aggressività.

PUNTO CHIAVE: non metterla sul personale!

Ogni forma di aggressività è fastidiosa, ma la principale cosa da ricordare è che la persona con demenza non è aggressiva deliberatamente. Il suo comportamento può sembrare mirato a noi, ma se ciò avviene è semplicemente legato al fatto che in quel momento noi ci troviamo là.

Soprattutto per il familiare è importante comprendere che l’aggressività del proprio caro non significa che egli ha cambiato i suoi sentimenti, ma che la diversità di reazioni è diretta conseguenza di una malattia che altera percezione e pensiero.

Viene di seguito proposto uno schema per passi successivi per la gestione del comportamento aggressivo che parte dalle radici del disturbo.

Passo 1: trovare modi alternativi per reagire alle manifestazioni aggressive

Sebbene la prevenzione rappresenti il miglior modo per ridurre l’entità del problema, esistono alcuni suggerimenti per affrontare il comportamento aggressivo prima e dopo la sua espressione diretta:

  • Al momento dell’episodio
    • prima di reagire, prendere un profondo respiro, fare un passo indietro per dare spazio alla persona ed attendere almeno dieci secondi. Se necessario (e possibile) lasciare sola per un breve periodo la persona . Evitare quindi risposte concitate.
    • rassicurare la persona e mostrare di comprendere che è irritata
    • tentare di distrarre l’attenzione su altre attività o conversazioni
    • evitare espressioni di ansia, nonostante sia comprensibilmente presente
    • se la persona è fisicamente violenta, darle più spazio fisico possibile. A meno che non sia assolutamente indispensabile, evitare di metterla in una situazione di chiusura (vicolo cieco) o di bloccarla fisicamente
    • NB! Chiedersi se quello che si sta cercando di fare per la persona deve essere assolutamente fatto in quel momento. Se è possibile concederle un po’ di spazio è preferibile ritornare 5 o 10 minuti dopo e riprovare. Ciò permette i rischi di un confronto muro contro muro.
  • Dopo l’episodio
    • resistere alla tentazione di qualsiasi punizione o richiamo verbale. Con molta probabilità la persona con demenza non è più in grado di apprendere dall’esperienza e dimenticherà l’episodio molto rapidamente. Ciò che può rimanere è un senso di disagio e malessere al quale va risposto con un atteggiamento di rassicurazione.

Passo 2: ricercare le cause del comportamento aggressivo

Una volta che l’emergenza e la tensione del momento è passata, fermarsi e chiedersi che cosa è successo e perché. Pensare alle altre circostanze nelle quali la persona è diventata aggressiva: è possibile identificare delle cause scatenanti ricorrenti?

Segue una lista dei possibili fattori scatenanti di un episodio scatenante.

Le persone con demenza possono divenire aggressive se:

  • si sentono frustrate, sotto pressione oppure umiliate per il fatto di non essere più in grado di far fronte alle richieste della vita quotidiana
  • percepiscono che la loro autonomia, indipendenza e privacy sono minacciate. Il fatto di dover accettare di dover dipendere anche nelle funzioni più intime, come lavarsi, vestirsi ed andare in bagno può essere comprensibilmente stressante se si pensa che si tratta di conquiste che risalgono alla nostra infanzia
  • sentono di venir giudicate o criticate a causa delle loro dimenticanze o per i loro errori nei compiti della vita quotidiana
  • si sentono disorientate o ansiose a causa del troppo rumore, per l’eccessivo affollamento o per un cambiamento nella routine dei ritmi quotidiani
  • si sentono disorientate per il fatto di non riuscire più a riconoscere luoghi e volti un tempo familiari. Possono quindi convincersi di trovarsi in un luogo sconosciuto e pericoloso, o che il proprio familiare sia uno sconosciuto entrato all’improvviso in casa loro
  • sono spaventate a causa di rumori o grida improvvise, movimenti rapidi e secchi, o se qualcuno si avvicina loro da dietro senza avvertimento
  • provano dolore fisico, sono annoiati o se più semplicemente hanno sete

Passo 3: contrastare le cause scatenanti

In che modo è possibile limitare le situazioni che tendono a scatenare dei comportamenti aggressivi?

Ecco alcuni suggerimenti:

  • se la persona sembra non essere in grado di far fronte alle attività quotidiane (e magari avere una consapevolezza di ciò), ridurre ogni richiesta eccessiva ed evitare di mettergli fretta
  • dobbiamo essere consapevoli che il demente può non essere in grado di comprendere chi siamo e che cosa stiamo cercando di ottenere da lei/lui e perché.Qualora possibile, spiegare tutto ciò lentamente e con frasi semplici
  • trovare il modo di aiutare senza dare la sensazione di sostituirsi in tutto e per tutto. Guidare o “avviare” l’azione della persona, spezzettare i compiti complessi in sottocompiti più semplici, così da renderli maggiormente affrontabili
  • cercare di non criticare, e fare il possibile per nascondere ogni (comprensibile) irritazione nei confronti della persona. Sottolineare e rinforzare ogni successo della persona e focalizzarsi su ciò che è ancora in grado di fare
  • cogliere il più presto possibile segni anticipatori del comportamento aggressivo, come agitazione o ansia, ma anche affaticamento ed intervenire immediatamente con rassicurazione e portando la persona in un ambiente tranquillo
  • trovare attività che stimolano l’interesse della persona, e fare in modo che abbia la possibilità di svolgere attività fisica
  • prevedere visite mediche regolari allo scopo di limitare la presenza di dolore o patologie non riconosciute

Passo 4: prendersi il tempo per affrontare le proprie emozioni

Per quanto ci si abitui, ogni aggressione fisica e/o verbale, soprattutto se ripetuta nel tempo, lascia un segno che a lungo andare può portare a vissuti di impotenza, rabbia e stress. E’ frequente provare sentimenti di colpa e di inadeguatezza che se non riconosciuti, legittimati e condivisi possono compromettere non solo la propria capacità di gestione di tali comportamenti, ma anche il nostro stesso benessere emotivo.Confrontarsi con persone che per professione o esperienza personale stanno vivendo situazioni simili può rappresentare non solo un momento di condivisione ma anche di confronto sulle strategie maggiormente efficaci per il superamento delle difficoltà pratiche.

Libera traduzione di “Dealing with aggression behaviour”, Alzheimer’s Society.
Si veda www.alzheimers.org.uk per la versione originale in lingua inglese.
Documento ricevuto dal dott. Alessio Pichler.